lunedì 18 agosto 2014

Compassione - non è necessariamente l'aiuto migliore

Una persona che attraversa una prova viene a confidarvi il suo dispiacere. Spesso, però, lo fa non tanto perché la aiutiate a trovare una soluzione, ma affinché condividiate quel dolore. Allora, fate attenzione! Perché se vi lasciate invadere dal suo turbamento non la aiuterete, al contrario, sarete paralizzati e affonderete con lei. Con la vostra simpatia e la vostra compassione, credete di poterle dare sollievo? Sì, per un momento, senza dubbio, ma poco dopo i lamenti e i pianti ricominciano, e ciò può continuare all'infinito. Quella persona sarà soddisfatta che siate sempre lì, pronti ad ascoltarla, a soffrire con lei, ma non per questo starà meglio. E voi, in che stato sarete? Se volete essere utili a qualcuno che soffre, non permettete che il suo turbamento penetri in voi. Potrete aiutarlo a riprendere in mano la situazione solo opponendo una certa resistenza alla sua sofferenza, al suo scoraggiamento. Rimanete lucidi, calmi, saldi, affermando interiormente la potenza della luce.

Omraam Mikhaël Aïvanhov

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